No all’aumento beffa di 2,19 euro lordi: le operaie dell’appalto Beretta in sciopero
Il sindacato Slai Cobas: “Il Ccnl Multiservizi differenzia lavoro uguale per paghe diverse nello stesso reparto"

No all’accordo che prevedeva un aumento di 2,19 euro lordi mensili per le operaie dell’appalto Beretta a Trezzo. Un “accordo bidone” l’ha definito il sindacato Slai Cobas, che ha annunciato che le assemblee delle operaie hanno respinto l’accordo e hanno approvato un piano di mobilitazione. E oggi, sabato 19 aprile, è scattato lo sciopero.
L’aveva firmato la Cgil...
L’accordo era stato siglato nelle scorse settimane dalla Cgil ed era stato subito fermamente contestato da Slai Cobas. “Le assemblee delle operaie dell’appalto al Salumificio Beretta di Trezzo hanno ribadito centrale la lotta contro l’ingiustificato appalto, che precarizza il rapporto di lavoro e taglia la paga con il Ccnl Multiservizi che differenzia lavoro uguale per paghe diverse nello stesso reparto - ha spiegato il sindacato Slai Cobas in una nota - Nelle assemblee è stato confermato il giudizio negativo e l’opposizione all’accordo aziendale “Cgil/2.19”, così ormai chiamato, perché Cgil, senza il mandato delle operaie, ha sottoscritto a sorpresa con l’azienda un rinnovo del contratto aziendale per 2,19 euro lordi di aumento mensile della paga”.
"Ci guadagna solo l’azienda"
Secondo il sindacato Slai Cobas, l’accordo andrebbe totalmente a vantaggio dell’azienda e sarebbe sfavorevole per le operaie, tanto che non conterebbe più la clausola di garanzia per il posto di lavoro al salumificio per le operaie dell’appalto, una clausola sottoscritta con l'azienda da Slai Cobas nel 2021. Le assemblee delle operaie hanno quindi respinto l’accordo aziendale “Cgil/2.19” e hanno approvato un piano di iniziative di mobilitazione.
“Apartheid salariale”
L’accordo che prevede l’irrisorio aumento mensile era già stato contestato duramente nelle scorse settimane da Slai Cobas che non aveva esitato a parlare di “apartheid salariale”. Una durissima presa di posizione cui aveva fatto seguito una replica da parte di Filcams Cgil, che aveva sottolineato come la trattativa si fosse svolta «attraverso un percorso democratico che ha visto la partecipazione attiva delle rappresentanze sindacali e delle lavoratrici dello stabilimento».