Martinengo (BG)

L’incoronazione di Maria nel meraviglioso affresco dell’abside della chiesa

Ultima tappa del viaggio nella chiesa e nel convento dell’Incoronata candidati "Luoghi del cuore Fai 2025"

L’incoronazione di Maria nel meraviglioso affresco dell’abside della chiesa
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È arrivata la fine del lungo viaggio all’interno del complesso dell’Incoronata di Martinengo, candidato "Luogo del cuore Fai 2025", questa è l’ultima tappa e cade proprio a Pasqua.

C'è qualche segno della Pasqua nella chiesa dell'Incoronata?

C’è qualche segno, affresco o scultura della ‘pasqua di Gesù’ - che è il cuore, il senso e il centro della fede cristiana - nella sua chiesa?

"L’indagine che abbiamo fatto non ha portato ad alcun risultato - ha commentato padre Antonio Consonni - ma abbiamo scoperto che, se non c’è espressamente questo tema, difficile da raccontare anche per i primi cristiani, ci sono tuttavia tantissimi amici e amiche di Cristo, quindi testimoni della sua risurrezione e, nell’abside della chiesa, viene illustrato cos’è il paradiso, cos’è la condizione dell’essere umano che abita con Dio, cioè nella risurrezione di Gesù. Tra tutti i santi e le sante domina la figura di Maria".

E a raccontarla con dovizia di particolari sono i professori Alessio Palmieri Marinoni e Orietta Pinessi.

L'affresco dell’abside

"Il coro dell’abside ha una volta a crociera a sesto acuto - hanno spiegato - e nello spicchio centrale il tema dell’incoronazione di Maria, seduta accanto a Cristo che la incorona, attorniata da nove cori di angeli, festose macchie di colore rosso, verde e giallo: una scena che dà il nome alla chiesa e al convento. Nel primo sottarco sopra l’altare sono invece raffigurati i 12 apostoli che riportano nei cartigli i 12 articoli del Credo. Nelle quattro vele del coro vi sono poi otto figure sedute sopra ricchi e gotici troni visti in prospettiva. L’evento dell’Incoronazione della Vergine è descritto come immediatamente successivo a quello dell’Assunzione in cielo, grazie a cui, secondo l'interpretazione di san Gerolamo, Maria viene condotta fino al trono di Dio. Questo soggetto solitamente costituisce la scena finale dei cicli dedicati alla Madonna, dopo la morte e l’ascesa al cielo".

I docenti hanno chiarito meglio i dettagli.

"Solitamente la cerimonia è officiata da Cristo, che pone la corona in capo alla Madre seduta sullo stesso trono o inginocchiata davanti a lui - hanno affermato - La scena in genere avviene al cospetto della corte celeste ed è spesso affollata: il gruppo principale è di solito attorniato da angeli musicanti, santi, beati, martiri, patriarchi".

La scena dell’incoronazione della Vergine nel catino absidale della chiesa di Martinengo risulta particolarmente interessante.

"L’affresco permette di indagare più nel dettaglio alcuni aspetti tessili e vestimentari che ci aiutano a comprendere quale fosse il contesto produttivo, economico e commerciale che caratterizzava le terre del condottiero Bartolomeo Colleoni, nonché restituisce la complessità della terra orobica quale zona di confine, luogo dove influenze milanesi e veneziane si confondono e mischiano - hanno rivelato - Un primo elemento che cattura la nostra attenzione è la 'cornice' dentro la quale si trovano Maria e Gesù: sebbene oggi sia di difficile lettura, alle spalle delle due figure riconosciamo un ampio telo, ovvero il drappo d’onore, caratterizzato da un fondo oro e da un motivo tessile floreale. Solo un piccolo frammento, nella parte in alto a sinistra, ci permette di riconoscere un motivo che sembrerebbe richiamare il motivo a melagrana iscritta all’interno di un fiore lobato: un motivo in gran voga nel XV secolo che estremamente diffuso in ambito lombardo che, nel nostro caso, potrebbe richiamare un velluto allucciolato di manifattura veneziana oppure lampasso broccato o un damasco milanese".

Il drappo d’onore presenta anche un’interessante particolarità:

"C’è una foderatura in un materiale che potrebbe richiamare la pelliccia di agnello, color bianco - hanno continuato - Al di là della semplice identificazione degli elementi tessili, considerato il contesto è possibile avanzare anche un’ipotesi interpretativa inerente alla simbologia di questo primo elemento. Se il tessuto del drappo d’onore lascia intuire una conoscenza attenta della produzione tessile milanese e veneziana, la tipologia disegnativa del drappo, in particolare il motivo della melagrana, permette di avanzare una lettura interpretativa che, in una prospettiva teologica, oltre a vedere nel frutto il simbolo del martirio di Gesù, esso può apparire come un chiaro rimando all’abbondanza e fecondità, sinonimo della fede e dell’unità dei popoli. Allo stesso modo la pregiata pelliccia d’agnello, utilizzata per foderare il drappo, può, ancora una volta, rappresentare un richiamo alla figura di Cristo quale buon pastore e victima pascalis".

In questa scena, Maria è un perfetto connubio di elementi vestimentari di tradizioni iconografiche pregresse ai quali si sommano caratteristiche e modelli contemporanei al momento di realizzazione degli affreschi.

"Partendo dalla testa della Vergine, avvolta in un semplice asciugatoio in lino bianco privo di qualsivoglia decorazione o frangiatura che, assieme alla semplice acconciatura caratterizzata da una scriminatura centrale, oltre a voler richiamare lo status di donna sposata, si vuole creare una congiunzione tra la Vergine Madre, sposa di Cristo, con quegli elementi, in primis il velo, utilizzati nel corso del Quattrocento dalle donne sposate o dalle vedove - fanno notare ancora i docenti - Allo stesso modo anche l’abito vuole richiamare ciò che era comunemente indossato dalle donne nel XV secolo. La gamurra, in panno di lana rosso-porpora (qui la cromia richiama la tradizione bizantina), non presenta particolari decorazioni se non un accenno di lavorazione al polso (forse un ricamo), dal quale si intravede anche la camiça sottostante. Malgrado l’assenza della cintura, è possibile leggere la struttura sartoriale dell’indumento dove, poco sotto al seno, si riconosce la cucitura che unisce il corpetto ai teli dell’ampia gonna che, per volume, indubbiamente è dotata di un leggero strascico".

Se questi primi elementi richiamano la moda quattrocentesca, il manto unisce passato e presente.

"Il maphorion realizzato in seta blu e foderato in lino verde presenta una duplice decorazione - hanno rimarcato - L’orlo è interamente profilato da un ricamo che, a causa dello stato conservativo dell’affresco, oggi è poco leggibile se non per l’incorniciatura che, verosimilmente, poteva contenere un elemento decorativo, quasi un margheritino, con scritte pseudo-cufiche. Il secondo motivo decorativo è dato da due elementi: una croce fiorita, data da quattro petali, e un quadrato oblungo all’interno del quale si sviluppa un motivo complesso. Se risulta difficile procedere con una definizione in merito alla tecnica realizzativa del manto (ricamo o tessitura), il secondo motivo sembra plausibilmente evocare motivi tessili di matrice persiana, in particolare il cosiddetto Occhio o Fuoco di Allah. A partire dal Mille, l’elezione speciale di Maria venne descritta con la metafora della regalità, cara al medioevo europeo affascinato dal parallelismo tra l'ordine terreno e quello celeste".