Barcellona: così letale davanti, così fragile dietro
Il Barcellona, prossimo avversario dell'Inter, ha una potenza di fuoco in attacco davvero importante ma dietro concede molto.

Il Barcellona è una sentenza. Gol a raffica, numeri spaventosi e un reparto offensivo che mette in allarme chiunque. In questa stagione, i catalani stanno mettendo in ginocchio le difese d’Europa con una facilità disarmante. Il trio formato dall’enfant prodige Lamine Yamal, dall’intramontabile Robert Lewandowski e da un Raphinha in stato di grazia è solo la punta dell’iceberg di un meccanismo offensivo rodato e letale.
Le cifre parlano da sole: 37 reti in 12 partite di Champions League, una media superiore ai tre gol a gara. Nessuno ha fatto meglio in questa edizione del torneo. Lo stesso copione si ripete in Liga, dove la squadra di Flick viaggia a 81 gol in 31 giornate: miglior attacco nei cinque top campionati europei.
L’impressione è chiara: affrontare questo Barcellona significa esporsi a una pioggia di occasioni da gol. Eppure, l’Inter ha margini per crederci. C’è un dato che apre uno spiraglio: la fragilità difensiva dei blaugrana lontano da casa, soprattutto in Champions.
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— FC Barcelona (@FCBarcelona) April 16, 2025
Su sei trasferte europee, solo una volta — nell’andata degli ottavi contro il Benfica — il Barça è riuscito a mantenere la porta inviolata. In tutte le altre, ha subito almeno due reti. E anche quel match in Portogallo rappresenta un’eccezione: qualche settimana prima, nella fase a gironi, Benfica e Barcellona si erano affrontati in una sfida chiusa 4-5 per i catalani.
Il conto totale è pesante: 13 gol incassati in sei trasferte europee, più di due a partita. Non è un dettaglio da poco. E l’Inter può trarne fiducia anche guardando a un precedente recente: il pareggio per 2-2 dell’Atalanta al Montjuïc. I bergamaschi non si sono lasciati travolgere e hanno messo in difficoltà i catalani, lasciando i maggiori rimpianti a Flick.
Ecco perché la squadra di Inzaghi — forte di una fase difensiva solida e collaudata — potrebbe scegliere un approccio strategico nella gara d’andata al Camp Nou: contenere, resistere e poi provare a chiudere i conti a San Siro, dove il pubblico nerazzurro sa trasformarsi in un fattore.